ELEMANIA
Operazionale - Confronto
Confronto fra amplificatore non invertente e invertente

La figura seguente riassume brevemente i principali parametri delle due configurazioni di amplificatori con operazionale più usate:

Il significato dei simboli è:

Esaminiamo ora separatamente le diverse voci.

 

Guadagno ad anello chiuso

Come dice il nome stesso, il guadagno ad anello chiuso dell'amplificatore invertente è negativo, poiché il segnale di uscita ha polarità opposta rispetto al segnale di ingresso. Normalmente un cambiamento di polarità del segnale è abbastanza ininfluente rispetto all'utilizzo dell'amplificatore: per esempio per i segnali audio l'inversione di polarità non crea alcun problema, poiché il nostro udito non è in grado comunque di distinguere fra segnali con polarità opposte.

Le formule di calcolo per l'amplificazione sono leggermente diverse e quella dell'invertente può sembrare leggermente più semplice di quella del non invertente: questo, ovviamente, non costituisce un vantaggio in nessun senso!

E' invece interessante osservare che, variando il valore della resistenza di retroazione Rf, il guadagno dell'invertente può essere modificato da un minimo di zero (con Rf = 0) a un massimo teorico di infinito (con Rf → ∞, anche se in realtà il valore massimo è limitato dal guadagno ad anello aperto dell'operazionale).

Il guadagno dell'amplificatore non invertente invece può variare da un minimo di 1 (con Rf = 0) a un massimo teorico infinito. Questo significa che con l'amplificatore non invertente non è possibile realizzare un attenuatore (guadagno, in valore assoluto, 0< Av<1) , mentre questo è possibile con l'invertente.

Può sembrare abbastanza bizzarro voler realizzare un attenuatore usando un circuito amplificatore, dal momento che basta un semplice partitore resistivo per questo scopo. Tuttavia invece la cosa è usata abbastanza di frequente, poiché l'attenuatore realizzato con operazionale gode di una migliore resistenza di ingresso e di uscita, rispetto all'attenuatore puramente resistivo.

Infine usando l'amplificatore invertente e un trimmer (resistenza variabile) sulla retroazione è possibile realizzare un semplice amplificatore con guadagno variabile da 0 in su. Lo schema è mostrato in figura:

 

Resistenza di ingresso dell'amplificatore non invertente

Nell'amplificatore non invertente il segnale di ingresso Vin è applicato direttamente sull'ingresso non invertente dell'operazionale. Come sappiamo la corrente che entra in tale ingresso è sempre molto piccola, quasi nulla. Dunque la Rin dell'amplificatore non invertente (rapporto fra tensione di ingresso Vin e corrente di ingresso I in) è sempre molto elevata, quasi infinita:

Sostanzialmente si può considerare che la resistenza di ingresso dell'amplificatore non invertente ha un valore paragonabile a quello della Rin dell'operazionale (tipicamente pari ad alcuni MΩ). Sarebbe tuttavia possibile dimostrare che la presenza della retroazione negativa ha l'effetto di aumentare ulteriormente tale valore. In un amplificatore non invertente il valore della resistenza di ingresso è data da:

Ri_cl = Ri_ol x (1 + Aol β)

dove Ri_cl è la resistenza di ingresso dell'amplificatore non invertente retroazionato, Ri_ol è la resistenza di ingresso del solo operazionale, Aol è il guadagno ad anello aperto dell'operazionale e

è il fattore di retroazione del circuito.

Siccome Aol è molto elevato, ne consegue che anche Ri_cl è ancora più elevata della resistenza di ingresso dell'operazionale.

 

Resistenza di ingresso dell'amplificatore invertente

Per quanto riguarda invece l'amplificatore invertente, la situazione è diversa. Infatti in questo caso la tensione di ingresso Vin non è applicata direttamente all'operazionale, ma alla resistenza R1.

La corrente che passa in R1è facilmente calcolabile, dato che la tensione Vin cade tutta su R1 (a causa del fatto che la tensione differenziale di ingresso dell'operazionale retroazionato può essere considerata praticamente nulla):

Dunque abbiamo:

Iin = Vin/R1

ma:

Rin = Vin/Iin

da cui evidentemente:

Rin = R1

In pratica il valore di Rin coincide col valore della resistenza R1. Sebbene sia spesso possibile scegliere valori abbastanza elevati per R1, tali valori non potranno mai essere paragonabili a quelli della resistenza di ingresso dell'operazionale.

Da ciò ne consegue la superiorità, dal punto di vista della resistenza di ingresso, dell'amplificatore non invertente rispetto all'amplificatore invertente.

 

Resistenza di uscita

Per quanto riguarda la resistenza di uscita, la formula di calcolo è identica sia per l'amplificatore invertente che per quello non invertente:

dove

Siccome A0 è sempre molto più grande di ACL, ne consegue che la resistenza di uscita Rout dell'amplificatore retroazionato è sempre notevolmente più bassa della resistenza di uscita Ro del solo operazionale.

Per esempio, se consideriamo un amplficatore invertente con guadagno ad anello aperto A0 = 105 , resistenza di uscita Ro = 50 Ω, R1= 2 kΩ e R2= 10 kΩ (ACL=-5), abbiamo:

Rout = 50 x 5/105 = 0,025 Ω

Il valore è così basso da poter essere considerato zero per la maggior parte delle applicazioni pratiche.

 

Considerazioni conclusive

A causa della migliore resistenza di ingresso, la configurazione non invertente viene generalmente preferita a quella invertente per la realizzazione di amplificatori generici.

La configurazione invertente può essere utile nei casi in cui si voglia realizzare un attenuatore, si abbia la necessità di regolare il guadagno oppure occorra invertire la polarità del segnale di ingresso.

 


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