Un resistore (detto spesso impropriamente resistenza) è un componente elettrico a due terminali (cioè un bipolo). I resistori si presentano come cilindretti di materiale plastico o ceramico, dotati di due terminali metallici (detti reofori) e con bande colorate:

Il colore delle bande indica, attraverso un codice di colori, il valore di resistenza R di ogni resistore. La resistenza è il parametro fondamentale di un resistore e si misura in Ohm (simbolo Ω). Si presti attenzione all'uso dei nomi: resistore (resistor in inglese) è il componente e resistenza (resistance) è il suo parametro.

La figura seguente mostra i valori e i relativi colori dei resistori standard disponibili in commercio:

Per quanto riguarda i simboli elettrici, i resistori vengono indicati con uno dei due simboli in figura seguente:

Il resistore, come suggerisce la scelta dei nomi, oppone una "resistenza" al passaggio della corrente tanto più elevata quanto più elevato è il valore della sua R. I resistori sono realizzati per mezzo di particolari impasti di ceramica e di grafite (polvere di carbone), dosati in modo tale da ottenere un preciso valore di resistenza R. Un altro tipo di tecnica utilizzata prevede l'uso di un sottilissimo strato di materiale conduttore (nickel) depositato su un cilindro di materiale isolante.

Il valore di resistenza di un resistore si misura con un multimetro utilizzato come ohmmetro. Il procedimento di misura è molto semplice: basta selezionare sul multimetro la scala opportuna e quindi collegarlo ai capi del resistore scollegato dal circuito (la posizione dei puntali rosso e nero è indifferente):

NOTA: un altro modo per misurare il valore di R (detto metodo voltamperometrico) verrà spiegato nella prossima lezione.

Il valore misurato dall'ohmmetro raramente coincide esattamente col valore specificato dal codice dei colori (detto anche valore nominale). La ragione è che esiste una certa tolleranza (ovvero un certo errore) nei parametri costruttivi dei resistori. La tolleranza viene indicata dall'ultima banda colorata sul corpo del resistore, secondo il seguente codice di colori:

Oltre che dal valore di resistenza e dalla relativa tolleranza, i resistori sono caratterizzati anche da un valore di potenza (misurato in Watt) che indica la potenza massima che il resistore è in grado di sopportare senza distruggersi. In laboratorio sono tipicamente usati resistori con potenze standard di 1/8, 1/4, 1/2 o 1 Watt.

ATTENZIONE: questi valori rappresentano la potenza massima che il resistore è in grado di sopportare senza bruciarsi e non la potenza effettivamente dissipata sul resistore (che in generale è inferiore a tale valore massimo).

In ambito industriale sono usati invece resistori di elevata potenza con lo scopo di produrre calore attraverso il passaggio di corrente elettrica. Questi tipi di resistori sono usati in molti elettrodomestici (forni elettrici, asciugacapelli, tostapane, lavatrici, lavastoviglie, stufe elettriche etc.) e in impianti industriali (es. forni industriali). La figura seguente mostra un resistore di potenza da 1700 W usato nelle lavatrici:

 

Oltre ai resistori di valore costante di cui abbiamo parlato prima, vengono utilizzati anche resistori variabili (cioè il cui valore di resistenza R varia). Fra questi ricordiamo i potenziometri (in cui la regolazione del valore di R avviene ruotando un perno centrale) e i trimmer (che si regolano per mezzo di una piccola vite):

Resistenze variabili con la temperatura (termistori) sono usati per misurare la temperatura e convertirla in un valore resistivo. In modo analogo vengono realizzati fotoresistori (sensibili all'intensità luminosa), resistori sensibili alla pressione e alla forza o ad altre grandezze fisiche.

 

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