Scopo del condizionamento di segnale
Come abbiamo visto, i sensori (o trasduttori che dir si vogliano) convertono una grandezza fisica non elettrica (temperatura, luminosità, pressione etc.) in una grandezza elettrica (tensione, corrente, resistenza, etc.). Scopo di tale conversione è quello di rendere possibile l'acquisizione e il trattamento del segnale da parte di sistemi di tipo elettronico (amplificatori, schede di acquisizione, etc.).
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, non è possibile collegare direttamente il sensore con il sistema elettronico di elaborazione del segnale. I motivi possono essere:
Per fare un semplice esempio, si consideri una termoresistenza, cioè una resistenza il cui valore varia al variare della temperatura. La formula di funzionamento è la seguente:
R(T) = R0 (1+α T)
Osserviamo che la grandezza in uscita è una resistenza R(T): sarà dunque necessario convertire i valori resistivi in tensione, in modo da poterli elaborare con un circuito elettronico. Inoltre è presente un offset, poiché quando T = 0 la resistenza R(T) non si annulla, ma vale R0.
Per risolvere questo genere di problemi è necessario interporre fra il sensore e il sistema di elaborazione del segnale, una circuiteria elettronica detta genericamente "circuito di condizionamento". Lo schema di riferimento è mostrato nella figura qui sotto:
Nelle pagine successive affronteremo il problema del condizionamento, considerando sensori con uscita in tensione, in corrente e infine sensori resistivi.
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