ELEMANIA
BJT - Progetto di un amplificatore
Problema di analisi e problema di progetto

Finora abbiamo affrontato problemi di analisi dei circuiti con il BJT, cioè ci siamo occupati di studiare il comportamento di un circuito già noto. Ora invece vogliamo affrontare un problema di progetto.

Un problema di progetto differisce in modo fondamentale da uno di analisi in quanto:

I valori richiesti, che costituiscono l'obbiettivo del progetto, si dicono specifiche di progetto.

In poche parole un problema di progetto differisce da uno di analisi in quanto in quest'ultimo il circuito è già noto e bisogna solo studiarlo, mentre nel primo il circuito non è noto e il progettista lo deve "inventare".

Già da questa breve premessa è evidente che in generale un problema di progetto presenta un grado di complessità maggiore rispetto a un problema di progetto. In particolare il progettista deve tenere a mente che:

Progetto di un amplificatore ad emettitore comune: specifiche di progetto

Fatte le precedenti premesse, occupiamoci ora di progettare un amplificatore a singolo BJT. Scegliamo come architettura circuitale quella vista nella precedente lezione:

Facciamo brevemente notare che la scelta della architettura circuitale, che abbiamo liquidato qui in poche parole, in realtà è una delle fasi più importanti e a volte complesse del progetto di un circuito. In generale le architetture possibili sono moltissime e ancora di più sono le architetture che un progettista particolarmente creativo potrebbe inventare (magari modificando una architettura preesistente).

Il progetto, come si è detto, parte dalle specifiche di progetto. Queste sono le richieste fornite al progettista da chi ha commissionato il progetto. Molte volte il progettista lavora all'interno di una azienda e le specifiche provengono da altri gruppi di lavoro nell'azienda stessa (es. l'amplificatore dovrà servire per realizzare un autoradio e le specifiche sono state fornite dal gruppo che progetta l'impianto di diffusione sonora) oppure da un committente esterno.

Nel caso specifico del nostro amplificatore, le possibili specifiche sono molteplici, anche se non è detto che ogni progetto le debba per forza includere tutte (per fortuna). Facendo un rapido elenco, certamente non esaustivo, le specifiche potrebbero includere:

  1. guadagno dell'amplificatore
  2. resistenza di ingresso
  3. resistenza di uscita
  4. banda di frequenze di amplificazione
  5. dissipazione in potenza
  6. carico pilotabile
  7. alimentazione utilizzabile
  8. costo

Osserviamo che molti dei valori precedenti saranno forniti in termini di valore minimo al di sotto di cui non si deve scendere (es. verrà fornito il minimo guadagno accettabile) o di valore massimo che non si deve superare (es. la massima dissipazione in potenza).

Nel nostro caso supponiamo per semplicità che le specifiche assegnate includano:

  1. la tensione di alimentazione da usare
  2. il guadagno desiderato
  3. il carico utilizzato

Per essere ancora più concreti, ma solo a titolo di esempio supponiamo che siano stati forniti i seguenti valori:

  1. tensione di alimentazione Vcc = 12V
  2. guadagno desiderato G = -10
  3. carico utilizzato RL = 20kΩ
Calcolo di RC e di R1E in base al guadagno G e al carico

Iniziamo dunque il nostro progetto determinando il guadagno del nostro stadio di amplificazione. Esso è dato da (vedi lezione precedente):

Osserviamo che in base alle specifiche fornite conosciamo G e conosciamo RL mentre i valori di RC e di R1E non sono noti. Sostituendo i valori noti nella precedente formula, osserviamo che abbiamo però due incognite (RC e di R1E) e dunque esistono infinite soluzioni che soddisfano la nostra equazione:

Questa, di avere infinite soluzione, è una situazione assolutamente tipica in un problema di progetto. In pratica ciò significa che possiamo scegliere arbitrariamente una delle due, fra RC e di R1E, e determinare l'altra di conseguenza in base alla formula precedente.

Teniamo però conto che esistono limiti ai valori arbitrari che posso scegliere. In particolare occorre considerare che i valori di RC e di R1E influiscono anche sulla polarizzazione dello stadio, oltreché sul guadagno. In particolare su RC dovrebbe cadere, in assenza di segnale da amplificare applicato, una tensione circa uguale alla metà della tensione di alimentazione Vcc. Questo per fare sì che il punto di lavoro (in assenza di segnale) della tensione di uscita sia esattamente a metà della tensione di alimentazione, in modo da massimizzare la possibile escursione di valori del segnale amplificato.

Con la nostra Vcc = 12V la discussione precedente ci porta a scegliere una VRc = 6V. Di conseguenza la corrente di collettore iC sarà:

iC  = 6/RC → RC = 6/iC

Possiamo dunque determinare RC se fissiamo il valore desiderato della corrente di collettore iC in continua (in assenza di segnale). Tale valore in generale può essere scelto in base alla massima corrente che può essere assorbita dalla resistenza di carico RL. Infatti la corrente assorbita dal carico modifica la polarizzazione dello stadio e, se assume valori troppo elevati, potrebbe comprometterne il funzionamento.

In pratica, calcoliamo la massima corrente che il nostro carico può assorbire supponendo che sul carico cada una tensione massima (teorica) pari alla metà della tensione di alimentazione VCC e cioè, nel nostro caso, 6V. Abbiamo dunque:

Imax_carico = 6/RL = 6/20k = 0,3mA

Affinché tale corrente non perturbi la polarizzazione del BJT bisogna fare in modo che la corrente iC statica del BJT sia molto maggiore di tale valore. In elettronica in pratica un valore viene considerato molto maggiore di un altro quando fra i due esiste almeno un fattore 10. Questa considerazione ci permette di fissare iC = 3mA.

Di conseguenza RC = 6/iC = 6/3m = 2kΩ. Dunque possiamo infine trovare anche R1E dalla formula inversa:

Con questa prima fase del progetto abbiamo dunque trovato i valori di

RC = 2kΩ            R1E = 180Ω

 

Calcolo di R2E per avere una tensione di polarizzazione sufficiente

A questo punto possiamo trovare R2E. Infatti una semplice regola di progetto dice che, per avere una polarizzazione sufficientemente stabile (e indipendente dal beta del BJT), occorre avere una caduta di tensione di almeno 1V sulla serie R1E + R2E.

La corrente che attraversa le due resistenze di emettitore RE è uguale alla corrente di emettitore iE del BJT. In generale abbiamo che:

iE = iB + iC

ma se stiamo lavorando in zona di amplificazione possiamo, come abbiamo già visto, trascurare iB e dunque la corrente iE è approssimativamente uguale a iC, cioè nel nostro caso:

iE = iB + iC ≈ iC = 3 mA

Conoscendo dunque iE e la tensione VRe = 1V, possiamo trovare

RE = R1E + R2E = VE/iE = 1/3m ≈333Ω

Siccome R1E = 180Ω abbiamo subito di conseguenza che deve essere R2E = 153Ω

 

Calcolo delle resistenze di base R1 e R2

Passiamo ora a determinare le resistenze di base R1 e R2. Troviamo dapprima R2. La tensione ai capi di R2 deve essere sufficiente a polarizzare la giunzione base emettitore del BJT con una tensione pari a circa 0,6-0,7V. Dunque, siccome VRe = 1V, tale tensione dovrà essere circa

VR1 = VRe + 0,7 = 1,7V

Per trovare R1 a questo punto abbiamo bisogno di conoscere la corrente che la attraversa. Le due resistenze R1 e R2 dovrebbero lavorare come se fossero in serie, cioè come se fosse possibile trascurare la corrente di base iB del BJT. A tale scopo la corrente che attraversa R1 e R2  deve essere molto maggiore di iB. Possiamo calcolarci iB conoscendo iC e il parametro β del BJT. In generale β non è perfettamente noto per un dato BJT (ma se ne conosce il valore minimo e tipico). Inoltre anche la scelta del tipo di BJT (e dunque del valore di β) può essere lasciata al progettista.

Per semplificare la nostra trattazione tuttavia supponiamo che si abbia un β tipico uguale a 100. Con questa ipotesi possiamo trovare

iB = iC/β = 3m/100 = 30µA

Siccome abbiamo detto che la corrente che attraversa R1 e R2  deve essere molto maggiore di iB, possiamo come già visto fissare il criterio che tale corrente sia almeno 10 volte più grande di iB e dunque

iR1 = iR2 = 300µA = 0,3 mA

Muniti di tale valore possiamo finalmente trovare R1. Infatti

R1 = VR1/i1 = 1,7/0,3m = 5,67 kΩ

Infine troviamo anche R2 dato che sappiamo che ai suoi capi deve cadere una tensione

V2 = Vcc - VR1 = 12 - 1,7 = 10,3 V

da cui

R2 = VR2/iR2 = 10,3/0,3m = 34,33 kΩ

 

Calcolo dei condensatore C1, C2 e CE

I tre condensatori presenti nel circuito dovrebbero essere dimensionati in modo tale da comportarsi come dei cortocircuiti per le frequenze di segnale usate. In pratica i tre condensatori dovrebbero equivale a circuiti aperti per la polarizzazione (in continua) e a corto circuiti per la frequenza minima del segnale di ingresso Vin.

Il calcolo è piuttosto complicato in quanto le frequenze di taglio determinate dai tre condensatori dipendono anche dalle resistenze equivalenti "viste" da ciascuno dei condensatori ai propri capi. In pratica:

La trattazione dettagliata di questi argomenti esula dai limiti di questo corso. Lo studente particolarmente interessato potrà facilmente reperire da sé materiale (prevedibilmente piuttosto complicato) in rete.

A noi basti sapere, come semplicissima regola generale, che le tre capacità del circuito vanno scelte abbastanza grandi e tanto più grandi quanto più bassa è la minima frequenza del segnale da amplificare. In pratica, in mancanza delle formule di progetto generali, conviene ricorrere a una simulazione circuitale usando un generatore sinusoidale di ingresso con la minima frequenza accettabile (in base alle specifiche di progetto) e trovare dei valori di capacità sufficientemente grandi per cui il guadagno sia massimo (non dipenda dalla frequenza del segnale di ingresso).

 

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